OpenAI ha vinto!

Mi capita di leggere di OpenAI come della Cenerentola dell’intelligenza artificiale, quella che “Sì, brava, ma poi arrivano gli altri, vedrai!”, riferendosi ai grandi colossi della tecnologia.

Eppure, pensiamo a Microsoft: se sta avendo un po’ di successo con Edge, lo deve a Copilot, basato su ChatGPT. Microsoft ha investito oltre 10 miliardi di dollari in OpenAI, inclusa una significativa parte per infrastrutture necessarie alla gestione di ChatGPT.

Google, durante l’I/O 2024, sembrava aver creato qualcosa di incredibile con Gemini Pro e Ultra, sebbene sia un notevole passo aventi rispetto al povero e bistrattato “Bard”, è ancora sotto gli occhi di tutti gli esperti del settore che Gemini è ben al di sotto della qualità di ChatGPT. Finché non sarà perfettamente integrato in tutto l’ecosistema di Google, anche l’outsider Perplexity gli sta “mangiando” terreno.

Meta, forse, è attualmente un reale competitor di ChatGPT, ma solo per quanto riguarda l’open source con il progetto Llama3, poiché OpenAI di “open” ora ha davvero poco. Non ho ancora testato bene la chat di MetaAI (non ancora disponibile nel nostro paese), però da quello che ho visto sembra migliorata rispetto ai miei primi tentativi. Resta però, per me, ancora lontana da ChatGPT, mentre la consiglio in locale, magari con un 8 miliardi parametri.

Un altro competitor, ma solo per ciò che concerne la semantica, è Claude di Anthropic (Amazon): davvero valido, ma che fatica moltissimo a intaccare quella “o” di “omnia” di ChatGPT4. L’ho testato tante volte (solo “Sonnet”, poiché il “Pro” non è ancora disponibile nel nostro paese), devo ammettere che ha del gran potenziale, ma solo quello, per ora.

Ecco che al WWDC 2024 Apple annuncia la sua innovazione dell’intelligenza artificiale. Riuscirà almeno Apple a scardinare la porta di quel piccolo bunker di OpenAI? Invece no. In accordo con l’altro colosso Microsoft, si appoggia a ChatGPT4. Vero, ad Apple dobbiamo riconoscere di aver fatto un ottimo lavoro di integrazione nel proprio ecosistema, ma sempre a quella porta hanno bussato.

E perché non ricordare anche la “schiuma” di rabbia di Elon Musk, che non ha cercato di creare una nuova AI, ma ha provato a rientrare con un pretesto (più o meno lecito: non sono io che posso dirlo ma solo i diretti interessati nella discussione mediatica avvenuta fra Altman e lo stesso Musk) all’interno di OpenAI. Tanto che ora, per “vendetta”, minaccia: “Se Apple integra OpenAI a livello di OS”, il suo sistema operativo, “allora i dispositivi di Apple saranno vietati nelle mie aziende. Questa è un’inaccettabile violazione di sicurezza”

Non so se la “Cenerentola” OpenAI abbia perso la scarpetta, ma credo che la “scarpetta” la stia facendo nei piatti dei grandi colossi.